La torzella è una varietà di cavolo antico ed è nata circa 4000 anni fa. I semi della torzella riccia campana sono stati recuperati con successo e oggi questo cavolo viene coltivato a regime biologico nelle nostre campagne e raccolto nel periodo invernale. Oggi, la torzella riccia è presidio slow food.

E che cavolo è?! LA TORZELLA RICCIA!

La Torzella Riccia presidio slow food è uno dei più antichi cavoli al mondo: ha più di 4000 anni! E’ una fantastica pianta erbacea a ciclo autunnale-vernino con foglie di colore verde scuro, ricce e carnose e fiori gialli e vivaci. Il suo gusto è intenso e deciso. Si tratta di una verdura che appartiene alla famiglia delle Brassicacee, una della più antiche specie di cavolo conosciute.

All’epoca dell’antica Roma era conosciuto come “Cavolo Greco” ed è una verdura che vanta storie e tradizioni nel mondo alimentare contadino.

Negli ultimi decenni questa varietà ha rischiato di scomparire totalmente a causa dell’abbandono delle abitudini di consumo. Ciò sarebbe stato un danno enorme per la biodiversità.

La coltivazione della Torzella è interamente manuale. La semina viene effettuata a fine estate e la raccolta avviene da Novembre a Marzo.

Questo cavolo è formato da un grosso gambo e da tantissime foglie caratterizzate da una fantastica arricciatura da cui il nome in dialetto “torza riccia”.

Oggi questo fantastico cavolo, unico al mondo, è presidio slow food.

Come mangiare la torzella

La tradizione vuole che questo cavolo venga cucinato principalmente per preparare la famosa “minestra maritata”, ma per il suo sapore intenso e deciso è ideale per tutte le zuppe invernali ed ha un sapore veramente squisito sulla pizza.

Spesso ci viene chiesto: “come si puliscono le torzelle?”

La torzella è un normalissimo cavolo, quindi va pulita eliminando le parti più dure dei gambi e eliminando le foglie secche. Successivamente va lavata per bene e tagliata in pezzi non troppo piccoli.

Ma come mangiare la torzella?

Lo chef Ciro Del Vecchio, tra i tanti piatti che ha preparato con la torza riccia, ha cucinato la pizza al ruoto con salsiccia, patate e crema di torzella.

La pizza con la Torzella riccia presidio slow food è un piatto semplice e veramente squisito.

Scopri le nostre numerosissime ricette con la torzella. Segui la pagina instagram della nostra cooperativa https://www.instagram.com/eccellenzenolane_cooperativa/

Ti trovi in Campania? Vieni a trovarci al nostro agriturismo a Nola (Agriturismo di Città), punto di degustazione di tutti i nostri prodotti. https://www.instagram.com/agriturismo_di_citta/

Torza slow food sott’olio

Il laboratorio della nostra cooperativa agricola prepara le torzelle per te.

Le conserve in barattolo della torzella riccia slow food sono disponibili on-line in formati da 280g e 1600g

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torzella slow food

“IL MATTINO” parla della torzella riccia

La nostra torzella riccia presidio slow food ha fatto gola proprio a tutti, tanto da uscire sulle pagine della nota testata giornalistica: “IL MATTINO”.

Il giornalista Luciano Pignataro scrive:

Parte con la valorizzazione della torzella e del broccolo dell’olio, “inDISPENSbile”, la nuova linea di conserve di Eccellenze Nolane, la cooperatica agricola presieduta da Giovanni Trinchese che si dedica alla coltivazione di ortaggi e verdure derivanti da semi antichi autoctoni del territorio senza l’uso di diserbanti né additivi chimici, tutelando le api e la biodiversità, rispettando l’ambiente.

Il battesimo della Torzella è avvenuto alla presenza del direttore dell’istituto Zooprofilattico Antonio Limone e del professore Ettore Verricchi a Nola, in via Mario de sena 231.

Fanno parte della nuova linea le cultivar derivanti da semi antichi autoctoni come la zucca lunga di Napoli, la papaccella, le melanzane (Cima di Viola, Tonda di Scafati e a Grappolo), la Portulaca e tantissimi altri ortaggi e verdure coltivate senza l’uso di
additivi chimici o sostanze dannose.

IL MATTINO

Il Presidio Slow Food

La torzella è un cavolo molto conosciuto nella gastronomia locale. Oggi la torzella riccia è presidio slow food.

La sua coltivazione si è interrotta nel secondo dopoguerra, quando è scomparsa quasi del tutto dagli orti campani. Oggi questa varietà tradizionale è coltivata da pochi agricoltori nella zona dell’ Acerrano Nolano, in provincia di Napoli. 

E’ presente nella Banca Regionale del Germoplasma Vegetale Campano, è iscritta nel Repertorio ed è stata recuperata nell’ambito di un progetto finanziato dalla Regione Campania da ARCA 2010.

Il presidio slow food sostiene gli agricoltori che vogliono reintrodurre in coltura varietà autoctone per ripristinare sapori e tradizioni. Il Presidio Slow Food, inoltre, prevede pratiche colturali sostenibili e vieta il diserbo chimico.